Sto ripartendo a costruirmi una vita che non sia fittizia, non più fatta di giornate di scuola saltate per incontri con psichiatri, psicologi e dietiste, ma soprattutto per attacchi di panico nei confronti della realtà stessa e delle sfide che mi pone. Sylvia Plath descrive i momenti in cui si è sentita oppressa dai suoi obblighi e dalla paura di fallire come "voglia di tornare strisciando nell'utero". Penso che non avrebbe potuto trovare una metafora migliore; nascondersi in un luogo accogliente e riparato, aspettando che tutto ciò che presenta delle difficoltà si risolva automaticamente...il sogno utopico di molte persone, probabilmente. (Fra cui mi annovero anch'io, creatura amorfa e senza nerbo).
Tra meno di una settimana tornerò a scuola, il mio girone personale, un concentrato di ansie, terrori giustificati e non che ammorba continuamente i miei pensieri, pronto a esplodere e a disintegrarmi in una nube di cenere sporca. O perlomeno questo è ciò che penso io, dal momento che sono incapace di fare alcun pronostico che contenga almeno un pizzico di realismo. Teoricamente dovrei essere al terzo anno del liceo classico, ma dal 7 gennaio di quest'anno non ho rimesso piede in classe. Il motivo? Ho tentato di suicidarmi ingerendo cinque blister di xanax accompagnati da una dose massiccia di Cognac. Ho quindi passato buona parte di gennaio in ospedale scrivendo sul mio diario tutti i se e i ma che avrebbero potuto far sì che la situazione non si evolvesse fino a questo punto, sbocciando in un fiore dal profumo tossico che ho inalato dopo lunghi tentennamenti.
Se devo essere obbligata a mantenere in vita la mia persona in questa discarica, che almeno sia un'esistenza non priva di dignità e realizzazione. Ritornerò a varcare il portone della mia scuola ogni mattina, non getterò il resto della fine del pentamestre alle ortiche, lo plasmerò come un blocco di argilla. Quando sarà tutto finito le mie mani saranno stanche e sporche, ma almeno l'opera sarà compiuta. Solo allora potrò riunirmi a Tuulen Tytar, il mio alter ego invincibile, la figura dai contorni indefiniti che sembra di veder apparire nel vorticare di fiocchi di neve di una tormenta. Leggera.
Hai reso perfettamente l'immagine.
RispondiEliminaBellissimo post, e in bocca al lupo per il rientro a scuola.
Anch'io sogno di poter ricondurmi a me stessa, un giorno. O comunque alla figura ideale a cui ambisco. Con molta fatica e dolore, ma devo farcela. Sennò tutto questo non avrebbe proprio alcun senso.
RispondiEliminaUmbriel (la-lune-obscure su tumblr)
Si sente coraggio, e allora sii forte!
RispondiEliminaTi seguo.
Un forte abbraccio =*
Ti ho assegnato un premio, leggi il mio post di oggi per vedere di che si tratta (:
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